L’importanza dell’anarcosindacalismo
Professor Chomsky , se la difesa principale è l’appello politico , o il ricorso all’organizzazione politico-economica , sarà utile analizzare più in profondità questo aspetto.In uno dei suoi saggi , lei ha scritto che ” in una società decente , ognuno avrebbe l’occasione di trovare un mestiere interessante , a ogni persona dovrebbe essere concesso di sviluppare al massimo i suoi talenti “.Poi proseguiva : ” Di cos’altro ci sarebbe bisogno sotto forma di particolari ricompense esteriori, a livello di potere e ricchezza ? Solo se si presume che applicare i talenti personali in un lavoro socialmente utile e appagante non sia una ricompensa in sè”. Credo che questo modo di ragionare sia attraente per un mucchio di persone .Però si deve ancora spiegare , secondo me , perchè il tipo di lavoro che la gente trova appagante debba corrispondere con quello che c’è bisogno di fare, perlomeno se vogliamo conservare lo standard di vita a cui siamo abituati e che la gente pretende……
Risposta.Si, c’è una quantità di lavoro che si deve fare se vogliamo mantenere il nostro standard di vita .Resta da stabilire quanto debba essere faticoso questo lavoro.Non dimentichiamo che scienza, tecnologia e intelligenza non si sono dedicate a esaminare la questione , nè a superare il carattere faticoso e autodistruttivo dei lavori necessari alla società.Ciò dipende dal fatto che siamo sempre partiti dal presupposto che esiste una quantità non indifferente di schiavi salariati che li eseguiranno perchè altrimenti creperebbero di fame .Tuttavia , se l’intelligenza umana si volgesse al quesito di come rendere significativo il lavoro necessario per la società , non sappiamo quale sarà la soluzione .Secondo me, in buona parte potrebbe essere reso sopportabile.Credo sia un errore postulare che il lavoro fisico, quello che spezza la schiena , debba essere per forza faticoso.Molti , me compreso , lo svolgono per rilassarsi.Recentemente , per esempio, mi sono messo in testa , nell’ambito della campagna per la tutela forestale , di piantare 34 alberi nel prato dietro casa e quindi ho dovuto scavare altrettante buche nella sabbia.Per me, che per la maggior parte del tempo faccio altre cose , è stata una fatica , ma confesso che mi sono divertito.Non mi sarebbe piaciuto se avessi avuto regole professionali , un supervisore,se mi avessero ordinato di farlo in un determinato momento , e così via.In compenso, se si tratta di un compito svolto in modo disinteressato, bene , lo si può fare.E senza alcuna tecnologia , senza pensare troppo alla progettazionedel lavoro , e via dicendo.
Professor Chomsky non posso che rilevare immediatamente il pericolo potenziale di una simile idea :un’illusione romantica , coltivata solo da una piccola èlite privilegiata , come professori, giornalisti e forse altri , che hanno la fortuna di essere pagati per fare quello che gli piacerebbe comunque fare .
Risposta.Per questo ho iniziato il discorso con un ipotetico ” sè”.Ho detto che per prima cosa occorre chiedersi in che misura il lavoro necessario alla società, ovvero quello che si richiede per mantenere lo standard di vita che desideriamo , debba essere faticoso e sgradito.Credo che la risposta sia questa : molto meno di quanto lo è oggi.Ma supponiamo che esso rimarrà gravoso fino a un certo punto .Allora , la risposta sarà comunque semplice : bisognerà suddividerlo in parti uguali tra le persone capaci di eseguirlo.