il giuoco
- Partita a Monopoly?
- Volentieri.
- Io piglio il funghetto, tu?
- Il fiasco.
- Ecco a te.
- Che fai?
- Prendo Parco della Vittoria.
- Ma scusa, ma non dovrebbero essere distribuite a caso le proprietà?
- Eh ma Parco della Vittoria è della mia famiglia da generazioni.
- In che senso?
- Vedi, mio padre quando giocava a Monopoly aveva sempre Parco della Vittoria, e così suo padre e il padre di suo padre. Quindi adesso è mio.
- Non mi sembra corretto.
- Guarda che non è mica tutto rosa e fiori, vengo mangiato vivo dalle tasse di successione. E comunque se non ti fidi, puoi controllare sul libro delle regole.
- Sembra la tua calligrafia.
- Infatti l’ho scritto io.
- Questo non è conflitto d’interessi?
- No è autoregolazione.
- Ah. Va be’, mi dai i soldi?
- Certo. Eccoli.
- Tutto qua? Ma la somma non dovrebbe essere uguale per tutti?
- Eeh, è arrivato Trotsky. Ma tu lo sai che costi ha mantenere Parco della Vittoria? Solo di tassa sui rifiuti mi parte via un patrimonio. Te invece con… cos’hai te?
- Vicolo Corto.
- Ecco, Vicolo Corto. Quanto paghi di tassa rifiuti?
- Niente, non li vengono manco a pigliare i rifiuti a Vicolo Corto.
- Visto? Risparmi. Meno spese, meno soldi. No?
- Non son convinto.
- Dai, dai giochiamo. Comincio io.
- Perché?
- Perché ho fatto 8 coi dadi.
- Sì, ma io ho fatto 11.
- Ma io ho pagato la banca per avere il diritto a tirare un dado aggiuntivo. Tié, ho fatto 13. Comincio io. Per prima cosa uso parte dei miei soldi per scommettere che finirò su Via Accademia.
- Cioè, si può scommettere adesso?
- Si chiama trading. È alla base del gioco.
- Ma che versione è?
- Dai, basta piagnucolare. Ho scommesso. Poi compro una carta Probabilità.
- Si possono comprare?
- Se hai i soldi sì. Guarda, dice che devo andare in Via Accademia. Ho vinto la scommessa, quindi piglio i soldi.
- Che culo.
- No, è che conosco l’ordine dei cartoncini.
- E com’è che lo conosci?
- Gioco a squash col direttore della banca.
- E chi è?
- Sono io.
- Ma tutto questo è illegale.
- Tecnicamente sì, ma vedi, prima di cominciare ho anche comprato tutte le uscite gratis di prigione disponibili e un team di avvocati micidiale. Poi, avendo io un portafoglio di proprietà molto rilevanti, la banca è ben lieta di prestarmi dei soldi a interesse bassissimo.
- Anche io avrei bisogno di un prestito.
- Eh, ma tu come garanzia hai solo quella fogna a cielo aperto di Vicolo Corto.
- Scusa, ma io ho molto più bisogno del prestito di quanto ne hai bisogno tu.
- Vero anche questo, ma la banca deve avere la sicurezza che venga pagato e questa sicurezza tu non la riesci a dare con quell’angolo lercio e miserabile di tabellone e la sua fauna di eroinomani e papponi.
- Ma non dovremmo poter usare solo i soldi che abbiamo?
- Sentilo il piccolo Bernie Sanders. Come pensi di far crescere un’economia in queste condizioni? A ogni modo inizio a comprare proprietà. Quelle verdi, che rendono parecchio.
- Sì, però ci devi capitare sopra?
- Non nel libero mercato.
- Va be’, almeno ce li hai i soldi?
- Non mi servono, perché attraverso un leveraged buyout posso acquistare senza pagare.
- Un che?
- Un leveraged buyout. Fondo una nuova società con un intermediario, con la società chiedo un prestito a medio-lungo termine e con i soldi del prestito acquisto la società che mi interessa. Non avendo io a che fare direttamente col debito, esso non intacca la mia reputazione. Però se non le sai le cose, non giocarci a Monopoly.
- D’accordo, ma ‘sti soldi glieli dovrai ridare a un certo punto, o no?
- Eh no, perché adesso il debito è della società che ho acquistato, mica mio.
- Ma è legale questa cosa?
- Per ora sì.
- E posso farlo anche io sto magheggio?
- No.
- Perché?
- Non hai abbastanza…
- … credibilità finanziaria.
- Vedi che dai e dai le cose a un certo punto ti entrano in quella testolina da classe media. Tira ‘sti dadi va.
- Ho fatto 12, fantastico!
- No.
- Come no? Doppio 6 a casa mia fa…
- Puoi solo tirare un singolo dado.
- Perché?
- Si chiama flat tax. Un sorta di aliquota fissa ai dadi che puoi tirare. Non fare quella faccia, guarda che vale anche per me. Volevi l’uguaglianza, non sei contento?
- Sì, ma tu hai un dado a venti facce.
- È colpa mia se ho ereditato un dado da venti dal povero nonno? Tu datti da fare e vedrai che anche col tuo dadino riuscirai a fare strada. D’altra parte, il sistema vuole che tu vinca?
- Davvero?
- Certo, altrimenti perché ti farebbe giocare? Tira su.
- Ehi, ho guadagnato 100 euro perché sono arrivato secondo a un concorso di bellezza.
- Complimenti, sei quasi bello.
- Aspetta, com’è che tu hai tutti quei soldi? Non sono manco mai passato sulle tue proprietà.
- Perché mentre perdevi tempo in passerella, io ci davo dentro di fondi speculativi, mutui subprime, cdo tossici resi appetibili dalla collusione di importanti enti finanziari e agenzie di rating, inoltre mi sono dedicato al naked short selling, cioè ho venduto azioni che neppure ancora possedevo contando di pagarle con i guadagni di un mercato pilotato. Te sei ancora fermo alle proprietà, alle cedole che maturano, ai soldi del dentista, alla preistoria!
- Va be’, ma te li tasseranno almeno ‘sti soldi o no?
- No, perché ho spostato Parco della Vittoria in Lussemburgo.
- In Lussemburgo.
- Sì, mo è Schlossallee e la tassazione sulle rendite finanziarie è praticamente nulla.
- Senti, io c’ho due soldi, ma proprio due, che dici: provo a investire?
- Certo, è un mercato libero.
- Allora, visto che controlli più di metà del tabellone, io quasi quasi scommetterei sul fatto che tu possa guadagnare nel breve periodo.
- Eh no.
- Perché no?
- Perché così piloti il mercato, è embedded leverage, è approfittarsi del tasso d’interesse a breve termine, è una vergogna, un’indecenza. Ti rendi conto di quello che hai fatto? È gravissimo. Lo dicono pure i giornali.
- Ma è quello che fai tu dall’inizio del gioco.
- Mi appello allo stato e agli organi di sicurezza perché mi tutelino da questa grottesca aggressione. E infatti…
- Cosa?
- Ti hanno bloccato la possibilità di investire.
- Ma perché?
- Perché il mercato non è il tuo Parco della Vittoria. È il mio.
- Scusami eh, ma riassumendo: se gioco, perdo.
- Sì.
- Se non gioco, perdo.
- Sì.
- Se provo a seguire le regole, tu te ne approfitti.
- Sì.
- Se non seguo le regole, finisco in galera.
- Sì.
- Posso almeno cambiare pedina?
- Non ti piace più il fiasco?
- No.
- Va bene. Cosa vuoi?
- La molotov.